Non tutti se ne sono accorti ma Nanni Moretti, uno tra i più
grandi autori cinematografici italiani viventi, è sbarcato al teatro San Carlo
di Napoli con il suo Concerto, una piacevole cavalcata tra musiche, dialoghi e diari
di lavorazione dei suoi film dal 1976 ad oggi. Uno che ha presieduto la giuria
a Cannes 2012 ed è stato di recente nominato Commendatore delle Arti e delle
Lettere dal Ministro della cultura francese. Un regista che ha saputo
raccontare l'epoca della sua gioventù, con le sue contraddizioni e le sue lotte
spesso sfociate in un nulla di fatto, sempre con un'arguzia e un'ironia fuori
dal comune, fuori dal coro. A pensarci bene è proprio quello di cui sentiamo la
mancanza oggi, una voce acuta e dissacrante, che smuova un attimo le coscienze
e ci spinga a porci domande cruciali in questi giorni difficili per tutti. Ma
Nanni sembra scottato, disilluso, e a Procacci che gli chiede di fare film più
spesso risponderebbe che non sa più bene cosa vuole raccontare e cosa riesce a
capire veramente delle dinamiche attuali. In 36 anni di carriera ha sfornato
solo undici film, "quando un Woody Allen o un Clint Eastwood ne avrebbero
fatti il triplo", commenta ironicamente; ma la sua critica sagace ai
costumi e alla società italiana ha sempre colto nel segno, con lavori diversi
ma ogni volta uguali nello spessore e a livello qualitativo. Ci ha parlato con
leggerezza di cose anche pesanti, col tocco che solo i grandi hanno, al punto
da riscuotere successo anche solo per le risate suscitate quando pochi capivano
che dietro c'era ben altro, convinti di aver visto un film soltanto comico.
"Concerto Moretti" non ripropone i soliti,
celebri, monologhi dei film di Nanni, spesso si occupa invece di quelli
recitati da altri attori e dei diari scritti dal regista durante le
lavorazioni. E si puntella delle delicate musiche composte per i film da Franco
Piersanti e Nicola Piovani, eseguite dall'orchestra del teatro San Carlo. Una
piccola storia dell'Italia dagli anni settanta ad oggi scorre nelle parole e
nelle immagini di Nanni Moretti, raccontata da un grande osservatore, la cui
semplicità, riflessa nei suoi personaggi, impatta con la confusione che regna
intorno a questi ultimi con esiti memorabili. Le risposte definitive a volte
non arrivano, ma intanto Nanni ci aiuta a far sorgere le domande necessarie per
non subire passivamente la realtà che viviamo. Applausi scroscianti e strette
di mano a iosa a fine rappresentazione: è il grazie dei napoletani a Nanni
Moretti, uno sprone a continuare a raccontare e a raccontarci.
Cristiano Esposito