sabato 31 dicembre 2011

“Fino a prova contraria”: la nuova commedia di e con Ceruti & Villano in scena al Cilea di Napoli

Molti li conoscono come i protagonisti di “Fuoricorso”, sit-com trasmessa da Canale 9, emittente locale parteopea. Anche perché da diverso tempo traspongono i loro personaggi del piccolo schermo, Damiano e Cosimo, anche sui palcoscenici teatrali. Fatto sta che Ciro Ceruti e Ciro Villano si confermano, con questa commedia intitolata “Fino a prova contraria”, tra i prodotti più interessanti della nuova leva drammaturgica e attoriale (per quanto riguarda questo genere) napoletana. Dalla loro penna nascono intrecci divertenti e in grado di mantenere vive l’attenzione e la curiosità del pubblico, leggeri ma intelligenti, esilaranti ma mai volgari. Dal punto di vista recitativo la coppia è ormai collaudatissima, ha quei ritmi serrati che sono fondamentali quando si tratta di dover far ridere, in un’alternanza continua del ruolo della spalla in cui nessuno dei due primeggia sull’altro.

In questa pièce Damiano e Cosimo interpretano rispettivamente un avvocato e il suo portaborse; il primo si ritroverà come genero  un serial killer da lui magistralmente difeso qualche anno prima e fatto uscire di galera, mentre il secondo cercherà di separarsi da sua moglie (una bravissima Floriana De Martino, già vincitrice di due premi “Massimo Troisi”) senza però perdere la possibilità di vedere suo figlio, unica sua ragione di vita. Di più non sveliamo per non rovinarvi la sorpresa. In scena con Ceruti e Villano la già citata Floriana De Martino, Giovanni Allocca (che merita anch’egli un plauso), Giusi Cervizzi e Simona Ceruti. Le scene sono di Massimiliano Pinto, il disegno luci di Mario Esposito. Regia di Ciro Ceruti. Consigliatissimo.

Cristiano Esposito

  
Lo spettacolo resta in scena al teatro Cilea di Napoli fino a domenica 8 gennaio 2012. Per info consultare il sito www.teatrocileanapoli.it
 
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lunedì 26 dicembre 2011

“La vera storia di Giulietta e Romeo” secondo Giacomo Rizzo al teatro Totò di Napoli


Dopo le prime date di provincia Giacomo Rizzo debutta nella sua Napoli al teatro Totò con la sua ultima fatica teatrale, intitolata “La vera storia di Giulietta e Romeo”. Un primo atto che spiazza lo spettatore ci presenta Rizzo e Carla Schiavone nei panni di due attori di varietà a confronto con due attori classici, impersonati da Simona Esposito e Antonio Romano. Contrapposizione tutta da ridere, tra equivoci e gag verbali, in cui la rappresentazione prende le parti degli attori “leggeri” difendendoli dalle invettive dei colleghi. Bisogna attendere il secondo atto per assistere alla rivisitazione napoletana della tragedia di Shakespeare. Ecco quindi il balcone di Giulietta trasferito in un vicolo partenopeo, i panni stesi ad asciugare, i rifiuti per la strada e un Romeo-Rizzo con qualche anno in più rispetto alla sua bella. I dialoghi sono dominati dal dialetto più colorito e intervallati da celebri motivetti italiani parodiati per l’occasione.


La trama presentata sul sito del teatro Totò è chiaramente differente, con un attore in più e un intreccio ben più complesso. Probabilmente il testo ha subito qualche modifica in corsa e in sala se ne avverte la sensazione: un primo atto completamente slegato dal secondo, con macchiette e canzoni di rivista che cedono il posto ad una sintesi essenziale della storia di Giulietta e Romeo. Giacomo Rizzo,attore esperto e figlio della migliore tradizione teatrale napoletana, ad ogni modo sa come suscitare risate e applausi e sopperisce quasi da solo alle crepe del testo. Bravi gli altri interpreti, forse un po’ troppo urlata la performance di Carla Schiavone. Musiche arrangiate ed eseguite dal vivo dal maestro Tony Sorrentino e da altri due elementi, costumi di Daniela Lombardo e scene di Tonino Di Ronza.

  
Cristiano Esposito


Lo spettacolo resterà in scena al teatro Totò di Napoli fino a domenica 15 gennaio 2011. Per info consultare il sito www.teatrototo.it .
  
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venerdì 16 dicembre 2011

“L’arca di Giada” salpa al teatro Bellini di Napoli


Operazione nuova (per l’Italia) e complessa questa de “L’arca di Giada”, musical fantasy 3d firmato da Kristian Cellini (coreografie), Daniela Fusco (testi e 3d), che tra l’altro ha scritto e illustrato il libro “L’arca di Giada – La leggenda delle terre incantate” da cui lo spettacolo trae ispirazione, e dal napoletano Toni Verde (musiche e regia).

Trama in pieno stile fantasy. In un’antica libreria due ragazzi si imbattono nel “Libraio dei sogni” che consiglia loro un libro che li trasporterà in un fantastico viaggio attraverso i quattro regni incantati; Regno del Mare, Regno del le Terre Incantate, Regno dell’Aria e Regno del Sole. Qui, tra creature fantastiche e diaboliche, troveranno il perfido monaco alchimista Kascir, la principessa predestinata Gioviska e il coraggioso cercatore Sansar che lottano per raggiungere il segreto della Pietra di Giada.

Un cast di ventisei artisti tra cantanti, ballerini, attori, acrobati e funamboli accompagnerà lo spettatore in una storia di amore, mistero, magia e avventura in luoghi fantastici e surreali. Su tutti spicca il tenore Piero Mazzocchetti, nel ruolo del saggio Igar. Un musical immerso in atmosfere medievali, che racconta la classica battaglia tra bene e male in chiave lirica, contaminata da sfumature pop e rock. Uno spettacolo per gli amanti del fantasy, che attraverso la multimedialità diffusa, le acrobazie e i funamboli cattura anche i più piccoli. La storia non è delle più semplici da seguire, puntellata da quadri brevi ed essenziali, e si poggia sugli interventi di un narratore. Funzionano i costumi, le coreografie, le voci di tenori e soprano e gli elementi scenografici praticabili. Funzionano forse un po’ meno la trama troppo intricata, le basi musicali che appaiono campionate più che suonate e le ridondanti proiezioni video in 3d che sembrano venir fuori da videogiochi non recentissimi. La produzione è imponente, siamo alle prime repliche e c’è tutto il tempo di apportare qualche correttivo per fare di questo lavoro tutto italiano uno degli spettacoli evento di questa stagione teatrale.

Cristiano Esposito


Lo spettacolo resta in scena al teatro Bellini di Napoli fino a domenica 18 dicembre 2011. Per info consultare www.teatrobellini.it e www.arcadigiada.com .
  


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martedì 13 dicembre 2011

AMARCORD: “La paura che ti fai – Sveglia e vinci!” di e con Eduardo Tartaglia

Teatro Totò, Napoli, novembre 2011

Divertimento e riflessione all’ombra del Vesuvio. Eduardo Tartaglia fa certamente tesoro dell’illustre tradizione teatrale partenopea e questi suoi due atti unici, che porta in giro per i teatri ormai da diversi anni, lo testimoniano senza ombra di dubbio. Brillante autore reduce dalla scrittura dei testi del musical “Alice nel paese delle meraviglie” e presto di nuovo in teatro con la sua nuova commedia “Questo bimbo a chi lo do”, Tartaglia si sta facendo strada con tenacia e discrezione, forte del supporto di un pubblico che lo sostiene entusiasta.

Il primo atto unico dello spettacolo è “La paura che ti fai”, storia di un professore e di un bidello intrappolati in uno scantinato di una scuola in seguito ad un terremoto probabilmente causato da un’eruzione del Vesuvio. Il bidello Tartaglia, con l’impertinenza di Totò e l’indolenza di Troisi (di cui è compaesano), scatena ilarità nei litigi e negli equivoci con il professore, un altrettanto bravissimo Salvatore D’Onofrio. Ma come spesso accade la drammaticità della situazione e la convivenza forzata faranno emergere ciò che i due hanno in comune, nel nome dell’amicizia e della solidarietà.

Il secondo tempo è affidato a “Sveglia e vinci!”, nel quale entra in scena la talentuosa Veronica Mazza che cattura immediatamente il pubblico in sala con una recitazione serrata e che risulta sapiente e comicissima. La situazione è grottesca, surreale, ma probabilmente più vicina alla realtà di quanto si pensi. Si narra di una lotteria, che da il titolo alla pièce, nella quale vince il malato che esce dal coma durante una diretta televisiva. Nel carosello di familiari che accorrono al capezzale del malato sorteggiato quello che spicca è il venale interesse, la cupidigia e la meschinità. La società della vita in diretta e del dio denaro rende insensibili al dramma anche i parenti del pescatore in fin di vita, che personificato in scena da Tartaglia in veste di anima invisibile ai presenti, ad un certo punto nutre qualche dubbio sull’opportunità di risvegliarsi davvero dal coma.

Le scene sono state realizzate da Luigi Ferrigno, i costumi da Annalisa Ciaramella. Teatro semplice e genuino, firmato da uno dei principali autori partenopei emergenti.


Cristiano Esposito



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sabato 10 dicembre 2011

"Komikaze": i Ditelo Voi in scena al teatro Totò di Napoli

La formula è collaudata, il gruppo affiatato, il pubblico fidelizzato. Dopo 15 anni di lavoro insieme i “Ditelo voi” (al secolo Francesco De Fraia, Mimmo Manfredi e Raffaele Ferrante) non perdono colpi e continuano a divertire divertendosi. Dopo il buon successo de “L’era digitale” il trio comico napoletano torna al teatro Totò con questo “Komikaze”, collage di sketches abitati da personaggi paradossali che originano situazioni divertenti e coinvolgenti per la platea. Come Massimo Troisi ai tempi de “La smorfia” i tre indossano maglia e pantaloni neri, attillati, e si cambiano in scena aggiungendo sopra qualcosa per ogni “mini atto unico” che devono interpretare.
Lo spettacolo fila via liscio, ci si diverte senza artifici volgari o stupidi; il pubblico adotta immediatamente Francesco, Mimmo e Raffaele e i loro personaggi. Risate e riflessioni su questa società che corre sempre più contro il tempo.

Cristiano Esposito


 
Lo spettacolo resta in scena al teatro Totò fino a domenica 18 dicembre 2011. Per info consultare il sito www.teatrototo.it

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sabato 3 dicembre 2011

Gigi Savoia in scena al Delle Palme di Napoli con "Ditegli sempre di sì"

Gigi Savoia ha sempre dimostrato di saper trattare i grandi capolavori di maestri come Eduardo con i guanti bianchi. Lo facciamo anche noi ed evitiamo di raccontare per l'ennesima volta la trama di una delle commedie più divertenti del Maestro. Ricordiamo soltanto che questa commedia ha più di ottanta anni e come ogni capolavoro non li dimostra per niente; testo ancora oggi attualissimo e che suscita risate e riflessioni anche in chi lo conosce bene da tempo.

Dopo "Chi è cchiù felice 'e me" Gigi Savoia non lascia Eduardo e riporta in scena questa sua pièce con un cast davvero ottimo: accanto all'inossidabile Antonio Casagrande e alla deliziosa Maria Basile Scarpetta piazza giovani interessanti, tra i quali spicca un sorprendente Massimo Masiello nei panni di Luigi Strada, alter ego del protagonista Michele Murri. A completare il tutto la squadra tecnica, con la regia di Maurizio Panici, le scenografie di Renato Lori, i costumi di Lucia Mariani e il disegno luci di Franco Ferrari. Menzione a parte meritano le musiche del maestro Antonio Sinagra, che caricano di inquietudine l'atmosfera nei momenti di follia che avvolgono il protagonista, agevolando la riattualizzazione del testo.


Convince Gigi Savoia nei panni di Michele Murri, cucendosi addosso un personaggio godibilissimo e senza inutili scimmiottamenti eduardiani: è una delle cose più difficili per un attore alle prese con i mostri sacri. Il suo personaggio continua a catturare il pubblico, stanando ipocrisie e luoghi comuni con la sua (lucida?) follia e la sua ossessione nell'invitare tutti ad utilizzare la "parola adatta". Incontenibile Antonio Casagrande, che ha ancora tanto da dare sul palcoscenico e sembra a tratti volersi esprimere di più di quello che il suo personaggio gli consente, lui che nell'edizione per la televisione del 1962 fu un grandissimo Luigi Strada. Eduardo in questo testo rende a tratti labile il confine tra pazzia e normalità, ci fa ridere di una tragedia che trasmuta in farsa. E' un pò la storia della nostra esistenza, che senza un pizzico di follia risulterebbe asettica e sterile. Vedi come fila il ragionamento?

Cristiano Esposito


Lo spettacolo resta in scena al teatro Delle Palme di Napoli fino a domenica 11 dicembre 2011. Per info consultare il sito www.teatrodellepalme.it.
 
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venerdì 2 dicembre 2011

Gocce del vero Proietti in un mare di varietà all'Augusteo di Napoli


La sensazione che si palesa dopo questo varietà-fiume di due ore e quaranta minuti sembra comune agli altri spettatori in sala, pur se paradossale considerata la durata dello spettacolo. I discorsi della gente, tra la platea, il bar e la toilette, avvalorano la nostra impressione: c’è troppo poco Proietti in tutto questo varietà. “Di nuovo buonasera…a tutti!” riempirà facilmente l’Augusteo di Napoli fino al 18 dicembre, il pubblico partenopeo ha il palato fine e quando passano questi mostri sacri dalle nostre parti sarebbe un delitto perderseli. Ma a fine rappresentazione la “sete di Proietti” resta per certi versi inappagata. Mancano alcuni personaggi storici (vedi Pietro Ammicca) , alcuni numeri che la gente si aspetta. Il mattatore di “A me gli occhi, please”, spettacolo che proprio in questi giorni festeggia i suoi trentacinque anni, cede generosamente qualcosa agli sketch corali, alle coreografie, alle canzoni e alle sue due figlie. Emblematico il fatto che uno dei momenti più coinvolgenti ed entusiasmanti per il pubblico sia il bis in cui Proietti recita lo sketch della “saùna di Toto”. Probabilmente puntellare lo spettacolo di più momenti analoghi avrebbe fatto davvero venir giù il teatro, fermo restando che a fine spettacolo il pubblico applaude comunque lungamente.

Gigi Proietti ci accompagna brillantemente in questa ricostruzione della storia del’avanspettacolo e del  varietà, col consueto estro e con il suo carisma magnetico. Questo piacevole viaggio nel mondo dello spettacolo italiano del Novecento si apre con un omaggio a Napoli e a Eduardo, più precisamente con la messa in scena dell’atto unico “Pericolosamente”. La padronanza del dialetto napoletano è assoluta e il pubblico lo apprezza a suon di risate. Successivamente Proietti spazia talentuosamente da Shakespeare a Petrolini, passando per l’intensa recitazione della poesia “Questo amore” di Roberto Lerici. Carlotta e Susanna Proietti si dimostrano all’altezza; in particolare incanta la voce della prima che si cimenta in un appassionatissimo bolero.
   
Accompagna il tutto un’orchestra dal vivo che prende a braccetto la voce calda e intensa di Proietti su melodie popolari romane e su brani classici del repertorio swing come "I got you under my skin" e "Fly me to the moon". Le coreografie sono di Fabrizio Angelini.
Teatro di prim’ordine, che giova alla mente e al cuore: uno spettacolo come “A me gli occhi, please”, che ha influenzato il modo di fare teatro di tantissimi attori che sarebbero venuti dopo, andrebbe festeggiato ogni anno. Perché, parafrasando Petrolini, spesso tornare all’antico è fare un progresso.

Cristiano Esposito


Lo spettacolo resta in scena al teatro Augusteo di Napoli fino a domenica 18 dicembre 2011. Per info consultare il sito www.teatroaugusteo.it .

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