Divertimento e riflessione all’ombra del Vesuvio. Eduardo Tartaglia fa certamente tesoro dell’illustre tradizione teatrale partenopea e questi suoi due atti unici, che porta in giro per i teatri ormai da diversi anni, lo testimoniano senza ombra di dubbio. Brillante autore reduce dalla scrittura dei testi del musical “Alice nel paese delle meraviglie” e presto di nuovo in teatro con la sua nuova commedia “Questo bimbo a chi lo do”, Tartaglia si sta facendo strada con tenacia e discrezione, forte del supporto di un pubblico che lo sostiene entusiasta.
Il primo atto unico dello spettacolo è “La paura che ti fai”, storia di un professore e di un bidello intrappolati in uno scantinato di una scuola in seguito ad un terremoto probabilmente causato da un’eruzione del Vesuvio. Il bidello Tartaglia, con l’impertinenza di Totò e l’indolenza di Troisi (di cui è compaesano), scatena ilarità nei litigi e negli equivoci con il professore, un altrettanto bravissimo Salvatore D’Onofrio. Ma come spesso accade la drammaticità della situazione e la convivenza forzata faranno emergere ciò che i due hanno in comune, nel nome dell’amicizia e della solidarietà.
Il secondo tempo è affidato a “Sveglia e vinci!”, nel quale entra in scena la talentuosa Veronica Mazza che cattura immediatamente il pubblico in sala con una recitazione serrata e che risulta sapiente e comicissima. La situazione è grottesca, surreale, ma probabilmente più vicina alla realtà di quanto si pensi. Si narra di una lotteria, che da il titolo alla pièce, nella quale vince il malato che esce dal coma durante una diretta televisiva. Nel carosello di familiari che accorrono al capezzale del malato sorteggiato quello che spicca è il venale interesse, la cupidigia e la meschinità. La società della vita in diretta e del dio denaro rende insensibili al dramma anche i parenti del pescatore in fin di vita, che personificato in scena da Tartaglia in veste di anima invisibile ai presenti, ad un certo punto nutre qualche dubbio sull’opportunità di risvegliarsi davvero dal coma.
Le scene sono state realizzate da Luigi Ferrigno, i costumi da Annalisa Ciaramella. Teatro semplice e genuino, firmato da uno dei principali autori partenopei emergenti.
Cristiano Esposito
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