
Si ride meno rispetto agli ultimi spettacoli di Luigi De Filippo, nonostante l’immortalità del meccanismo comico delle storpiature linguistiche da “pezzenti saliti”. Alcune battute, a riguardo, sono chiaramente prese a prestito da “Miseria e nobiltà” di Scarpetta, specialmente quando Luisa intende impartire lezioni di signorilità alla cameriera. Siamo di fronte ad uno spettacolo per gli amanti delle commedie popolari di una volta, di cui ci arriva intatta la genuinità e il divertimento pulito tra adulteri, ingenuità giovanili, doti e titoli nobiliari, apparenze e realtà. Si conferma la centralità delle problematiche matrimoniali, discusse da De Filippo a tu per tu con il pubblico all’apertura del sipario sul secondo atto. Accanto alla sua maestria comica e alla sua naturalezza nella recitazione va messa in rilievo la bravura di Fabiana Russo (Giuseppina, la cameriera) e di Vincenzo De Luca (Riccardo, il baroncino goffo e impacciato), autentica macchietta. In scena con loro, in piena sintonia col registro classico della rappresentazione, Claudia Balsamo (Claretta), Stefania Aluzzi (Luisa), Riccardo Feola (Ernesto), Francesca Cardiello (signora Carnale), Marilia Testa (Dorina), Stefania Ventura (Teresa), Michele Sibilio (Gaetano), Giorgio Pinto (Cavalier De Rosa). Deliziosi i costumi. Applausi e risate dalla platea, mai abbastanza gremita quando un De Filippo torna a Napoli tra un sold out e l’altro in giro per l’Italia.
Cristiano Esposito