E’ proprio il Gino Rivieccio che t’aspetti quello di “Io e Napoli”, spettacolo che chiude il cartellone 2015-2016 del teatro Diana di Napoli. Poliedricità, notevole ed elegante presenza scenica e comicità garbata, acuta, che cerca di scavare almeno un minimo in profondità, cosa che oggi si verifica sempre meno. Diverse battute posseggono la struttura delle classiche barzellette ma appaiono funzionali a raccontare vizi e virtù di Napoli. Il rapporto di Rivieccio con la città è in fin dei conti al centro di tutta la rappresentazione, che si presenta come un contenitore di cose di diversa natura proprio come l’opera dello scultore Lello Esposito che campeggia centralmente davanti al fondale. Una testa di San Gennaro con il corpo a forma di corno, un’insolita armonia della convivenza tra sacro e profano. Un modo efficace di raccontare semplicemente con un’immagine la città, i suoi abitanti e la relativa cultura. Rivieccio si prodiga in monologhi comici, recita poesie, dà vita ai suoi personaggi storici (un Bassolino deluso per la mancata ricandidatura a sindaco di Napoli, il tassista, il cameriere), canta note antiche e più moderne insieme alla straordinaria Fiorenza Calogero (si passa da Libero Bovio a Pino Daniele con gran disinvoltura), accompagnato dal pianoforte di quell’Antonello Cascone già arrangiatore di Andrea Bocelli. Uno spettacolo godibilissimo, quasi fuori dal suo tempo, che aggira efficacemente la retorica e trasmette l’orgoglio di essere napoletano del protagonista. Perché, in fondo, “Napoli è uno stato d’animo”. I testi sono di Gino Rivieccio e Gustavo Verde, la regia è di Giancarlo Drillo.
Cristiano Esposito
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