Federico Salvatore è tornato. Pur senza mai lasciare per davvero lo spettacolo si è preso i suoi tempi, aggiornando il chip di artista col desiderio di non restare ingabbiato nel personaggio di “Azz…” e dintorni. Perché, per quanto il cabarettista che si cimenta in canzonette tutte da ridere abbia fatto posto già da tempo al cantautore di denuncia, i media continuavano a richiedergli sempre le stesse cose. Federico Salvatore non rinnega certo il passato ma vuol dimostrare al suo pubblico che è anche altro e che ha tanto altro da dire. A costo di vedersi qualche riflettore in meno puntato addosso.
“Se io fossi San Gennaro” è una forma di teatro-canzone intervallato da monologhi in cui si fondono denuncia, poesia e ilarità. A dir la verità in sala c’è ancora chi resta spiazzato da un’evoluzione che è ormai avvenuta una decina di anni fa con “L'osceno del villaggio”; ascolta in silenzio, applaude con relativa convinzione ma poi si infervora solo con i bis finali costituiti dalle canzonette più celebri. Invettive in versi, poesia metropolitana, voglia di rivalsa dei sentimenti e dell’arte: Federico Salvatore ripropone il meglio della sua produzione nel culmine della sua maturità artistica. C’è spazio anche per un omaggio a Fabrizio De Andrè con una versione molto vivace de “Il pescatore”.
Una volta Giorgio Gaber incrociò Federico Salvatore e gli disse: “Le scelte di dignità portano prima o poi gratificazioni che vanno oltre il successo commerciale”. Il cantautore napoletano sembra aver capito la lezione e va avanti a testa alta per la sua strada, come solo i grandi riescono a fare.
Cristiano Esposito
Lo spettacolo resta in scena al teatro Totò di Napoli fino a domenica 19 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrototo.it.
Questa la conoscono in pochi ma...vale almeno un ascolto.
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