lunedì 20 maggio 2013

La storia di Carlo Croccolo in "150 e l'Italia canta" al Sannazaro di Napoli



E' un garbato amarcord firmato Carlo Croccolo questo "150 e l'Italia canta", che si appresta a chiudere il cartellone del teatro Sannazaro di Napoli. Deliziosi racconti di vita e carriera professionale di un grande attore e doppiatore che ha lavorato al fianco di grandi artisti e personaggi. La storia dei suoi 86 anni durante la rappresentazione corre in parallelo con quella dell'Italia, impersonata dalla brava Vera Cavuto, dal 1927 ad oggi. Tra nostalgia, reciproche accuse, giustificazioni e ancora critiche. Ecco quindi scorrere, tra storia e graziosi aneddoti, gli anni del fascismo, la seconda guerra mondiale, il boom economico, la dolce vita, gli anni di piombo, l'omicidio Moro e le stragi del 1992.
 
Inevitabile per Croccolo soffermarsi sul rapporto con Totò e reinterpretare alcuni duetti cinematografici ormai celebri, questa volta con lui nei panni del principe e Igor De Vita (comicità brillante che ricorda a tratti Massimiliano Gallo) nei suoi; piacevoli sorprese i racconti dei contatti avuti con Federico Fellini (con il ruolo di Leopoldo Trieste in "Lo sceicco bianco" inizialmente scritto per lui) e Marilyn Monroe. Uno spettacolo che tira le somme di tanti anni sulla scena e delle varie fasi della controversa storia d'Italia. Ricordando, come canta Massimo Masiello sul finale, che in fondo "la storia siamo noi" e il nostro paese è solo il nostro contenitore. Regia di Daniela Silvia Cenciotti, compagna di vita di Carlo Croccolo da oltre vent'anni; direzione musicale, con brani eseguiti dal vivo che ripercorrono via via le varie epoche italiane, a cura di Marco Corcione.


Cristiano Esposito



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venerdì 17 maggio 2013

Fausto Mesolella incanta il Trianon di Napoli col suo "Suonerò fino a farti fiorire"


Un concerto speciale al Trianon di Napoli, sempre più il teatro della musica del capoluogo campano. Fausto Mesolella, chitarrista della Piccola Orchestra Avion Travel nonché arrangiatore e compositore, battezza qui il suo nuovo spettacolo intitolato "Suonerò fino a farti fiorire". Stesso nome porta il suo primo progetto solista, realizzato all'età di 59 anni e che consiste in un cd con dvd allegato. “Ad un certo punto della mia carriera ho capito di aver un mio suono” – spiega il musicista – “dopo aver composto pezzi per colonne sonore, dopo aver prestato la mia chitarra al servizio di mezzo mondo, dopo aver curato produzioni, arrangiamenti e testi per tantissimi artisti, mi sono voluto fare un regalo con quest’album anomalo, perché di sola chitarra”. Dalla musica classica ai temi per colonne sonore di film, dai pezzi propri all’amata musica napoletana: undici tracce, sintesi di un percorso che, attraverso il solo suono della sua chitarra, racconta la storia del compositore Mesolella. Una chitarra virtuosa (o forse dovremmo dire quattro chitarre virtuose, alternate nell'arco dello spettacolo)  che regge egregiamente le due ore di concerto, in un viaggio musicalmente suggestivo tra Astor Piazzolla, Michael Jackson, Lucio Dalla, Gabriel Fauré e Almamegretta. E poi le canzoni scritte per Maria Nazionale e Gianmaria Testa, un classico come 'O sole mio, la colonna sonora con cui rimusicò "Il ladro di Baghdad" di Raoul Walsh ed un omaggio a Mario Monicelli. 

Fausto Mesolella crea un'atmosfera intimistica soltanto con le sue chitarre a fare da scenografia, Ferdinando Ghidelli alla pedal steel guitar e il suo pubblico. Passaggi repentini da un arpeggio ad una melodia, distorsori, pause improvvise, note essenziali ma di grande impatto emotivo che esplorano le potenzialità nascoste della chitarra. Riletture illuminanti e brani propri, di una delicatezza e raffinatezza rare, per uno spettacolo che prende il titolo da una frase tratta da un giornale degli anni Sessanta. "Lessi un articolo su una ricerca fatta in un manicomio a Roma. Alcuni medici avevano assegnato un tema ai pazienti. Uno di questi riempì totalmente il foglio con le parole <<Canterò fino a farti fiorire>>, che mi hanno colpito per la loro infinita poeticità. Per quanto ci sforziamo di capirle, non riusciremo mai a farlo in pieno". Fausto Mesolella ci dimostra quanto la musica, come la poesia, vada assaporata senza troppe interpretazioni. Fino al fiorire di un'emozione.


Cristiano Esposito
 
                         
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