Ancora Massimo Ranieri diretto da Maurizio Scaparro, ancora Raffaele Viviani. Ancora un omaggio alle poesie, ai canti, ai numeri di varietà, agli scritti e alle musiche del grandissimo autore originario di Castellammare di Stabia. E anche il teatro è lo stesso: Gli Ipocriti tornano infatti al Diana di Napoli dopo il successo di “Viviani Varietà” di tre anni fa.
Questa volta lo spettacolo si apre con l’annuncio di una imminente tournée in Sud America per una compagnia che sta vivendo la crisi degli anni del fascismo (altro tema purtroppo attuale è l’emigrazione). Gli spettatori assistono quindi all’ultima recita che si terrà nell’immaginario "Teatro del porto", "spazio sospeso tra mare e terra" come lo definisce Scaparro, prima della partenza.
Un carosello di personaggi tipicamente vivianei come emigranti, zingari, pescatori, guappi, gagà, cocotte e prostitute domina la scena tra dramma e comicità. E fa rivivere brani come «Canzone ‘e Margherita», «E aspettammo», «Stasera ‘o puorto ‘e Napule», «Chisto è ‘o vapore», «Emigrante», «Jammo addo’», «Cuncetti’», «Bammenella» e «Oje Ninno».
Massimo Ranieri, come sempre brillante e versatile, è il fulcro autentico della rappresentazione. Ma appena dietro di lui spicca un bravissimo Ernesto Lama, acclamato anch’egli dal pubblico a fine serata. Con loro in scena Angela De Matteo, Gaia Bassi, Roberto Bani, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Antonio Speranza e Francesca Ciardiello. L’orchestrina di sei elementi è diretta da Ciro Cascina. Le elaborazioni e le ricerche musicali sono di Pasquale Scialò, scene e costumi di Lorenzo Cutuli.
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