venerdì 1 maggio 2015

“Oggi sto da Dio”: Assisi-Guaccero chiudono il cartellone del Diana di Napoli

oggi sto da dio bianca guaccero sergio assisiUn testo leggero, dai ritmi serrati, senza troppe pretese e arricchito dalle buone prove dei quattro attori in scena. “Oggi sto da Dio”, di S. Assisi, L. Gioielli, D. Prato, F. Sabatucci, chiude nel puro divertimento la stagione del teatro Diana di Napoli. Tre Santi di varia provenienza geografica, Ambrogio (Giancarlo Ratti), Pietro (Fabrizio Sabatucci), e Gennaro (Sergio Assisi), vengono convocati in un non-luogo da una stramba segretaria di Dio (Bianca Guaccero), vestita da Adele Bargilli in pieno stile Matrix. Il suo superiore è stanco, vuole prendersi un anno sabbatico e urge un sostituto. Ecco che il pignolo Ambrogio, il tardivo Pietro e l’istrionico Gennaro vengono sottoposti ad una serie di test, quali trovare un ottavo vizio capitale e comporre una preghiera moderna. Si autocandidano poi a sostituire Dio con tanto di programma elettorale, ma finiscono per il non riuscire ad accordarsi e la segretaria li invia sulla terra per indurli a migliorare gli italiani in tre differenti situazioni, senza l’ausilio di miracoli. Se falliranno, l’Italia e i suoi abitanti spariranno. La rivelazione finale dirà agli spettatori chi è davvero questa segretaria, perché ha architettato il tutto e vedrà i tre disposti a prodigarsi in un sacrificio per il belpaese.

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A parte una certa comicità di tradizione incarnata da tre Santi cialtroni, c’è il passare in rassegna, senza andare in profondità, vizi e debolezze degli italiani: raccomandazioni, pigrizia, figli mammoni e bambini con genitori assenti. Senza risparmiarsi qualche cliché, tipo quello del napoletano che arriva in ritardo. La risata sulla crisi, sull’insoddisfazione che stiamo vivendo vorrebbe forse essere più amara di come scaturisce. Svetta su tutti l’interpretazione di un brillante Sergio Assisi, che prende per mano e conduce la rappresentazione, sfoggiando anche le sue doti canore attraverso l’intreccio della propria voce con quella di Bianca Guaccero. Ma tutti in scena appaiono all’altezza e, come detto, danno qualcosa in più al semplice testo, interpretando tra l’altro ruoli multipli. La regia snella di Mauro Mandolini si preoccupa principalmente di mantenere la commedia sempre incalzante. Le scene, con tre scale protese verso il cielo e una malmessa fontana di pietra, sono di Andrea Simonetti. Le luci, piene e freddine nel non-luogo della convocazione, sono opera di Gerardo Buzzanca.

Cristiano Esposito
 
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