Un testo leggero, dai ritmi
serrati, senza troppe pretese e arricchito dalle buone prove dei quattro attori
in scena. “Oggi sto da Dio”, di S. Assisi, L. Gioielli, D. Prato, F. Sabatucci,
chiude nel puro divertimento la stagione del teatro Diana di Napoli. Tre Santi
di varia provenienza geografica, Ambrogio (Giancarlo Ratti), Pietro (Fabrizio
Sabatucci), e Gennaro (Sergio Assisi), vengono convocati in un non-luogo da una
stramba segretaria di Dio (Bianca Guaccero), vestita da Adele Bargilli in pieno
stile Matrix. Il suo superiore è stanco, vuole prendersi un anno sabbatico e
urge un sostituto. Ecco che il pignolo Ambrogio, il tardivo Pietro e l’istrionico
Gennaro vengono sottoposti ad una serie di test, quali trovare un ottavo vizio
capitale e comporre una preghiera moderna. Si autocandidano poi a sostituire
Dio con tanto di programma elettorale, ma finiscono per il non riuscire ad
accordarsi e la segretaria li invia sulla terra per indurli a migliorare gli
italiani in tre differenti situazioni, senza l’ausilio di miracoli. Se
falliranno, l’Italia e i suoi abitanti spariranno. La rivelazione finale dirà
agli spettatori chi è davvero questa segretaria, perché ha architettato il
tutto e vedrà i tre disposti a prodigarsi in un sacrificio per il belpaese.
A parte una certa comicità di
tradizione incarnata da tre Santi cialtroni, c’è il passare in rassegna, senza
andare in profondità, vizi e debolezze degli italiani: raccomandazioni,
pigrizia, figli mammoni e bambini con genitori assenti. Senza risparmiarsi
qualche cliché, tipo quello del napoletano che arriva in ritardo. La risata
sulla crisi, sull’insoddisfazione che stiamo vivendo vorrebbe forse essere più
amara di come scaturisce. Svetta su tutti l’interpretazione di un brillante
Sergio Assisi, che prende per mano e conduce la rappresentazione, sfoggiando
anche le sue doti canore attraverso l’intreccio della propria voce con quella
di Bianca Guaccero. Ma tutti in scena appaiono all’altezza e, come detto, danno
qualcosa in più al semplice testo, interpretando tra l’altro ruoli multipli. La
regia snella di Mauro Mandolini si preoccupa principalmente di mantenere la
commedia sempre incalzante. Le scene, con tre scale protese verso il cielo e
una malmessa fontana di pietra, sono di Andrea Simonetti. Le luci, piene e
freddine nel non-luogo della convocazione, sono opera di Gerardo Buzzanca.
Cristiano Esposito
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