Casillo ha volutamente mantenuto la base narrativa, i costumi e le ambientazioni originali della commedia, intervenendo solo nella modernizzazione del linguaggio, per avvicinare maggiormente il testo alla nostra epoca. E’ anche autore delle musiche dello spettacolo, che termina con una simpatica canzonetta cantata in coro da tutti gli attori in scena, pur non essendo un musicista; compone le sue melodie fischiettando o canticchiando, mentre successivamente un musicista professionista traspone il tutto su carta e realizza concretamente i brani.
Il pubblico mostra di gradire la rappresentazione, che ha inizio con l’ingresso dalla platea di don Felice Sciosciammocca e famiglia, i quali salutano il pubblico in sala come fossero davanti alla cittadinanza di Roccasecca. Il primo atto in verità fatica un po’ a carburare e la rappresentazione decolla compiutamente col secondo atto, dal ritmo sicuramente più serrato e scorrevole. E’ qui che esce fuori la verve comica di Casillo e dei suoi, fino al crescendo finale che vedrà smascherata la finizione di Ciccillo.
Il cast appare collaudato e ben affiatato, con Casillo che ritrova Corrado Taranto in compagnia dopo 15 anni, brillante e completamente a suo agio nel ruolo del maestro di musica. Una particolare menzione merita la performance di Gennaro Morrone, che si dimostra padrone del palco con effetti esilaranti per il pubblico. Tante risate suscita anche Ida Anastasio, nei panni della “giovane” da maritare al più presto.
E’ un adattamento riuscito, questo di Casillo, che va annoverato a pieno diritto tra quelli importanti per la salvaguardia del patrimonio teatrale napoletano, caratterizzato tra le altre cose dall’arte di far ridere con leggerezza e senza volgarità, cosa che oggi rappresenta sempre più spesso merce rara.
E’ un adattamento riuscito, questo di Casillo, che va annoverato a pieno diritto tra quelli importanti per la salvaguardia del patrimonio teatrale napoletano, caratterizzato tra le altre cose dall’arte di far ridere con leggerezza e senza volgarità, cosa che oggi rappresenta sempre più spesso merce rara.
Cristiano Esposito
Napoli, Teatro Cilea - 24 gennaio 2009
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