Prima napoletana al teatro Totò per "Gomorroide", il nuovo spettacolo firmato da "I ditelo voi". Gioco di parodie del film "Gomorra" e della camorra in generale, vista attraverso la lente deformante dell'ironia. Bravi Francesco De Fraia, Raffaele Ferrante e Mimmo Manfredi a scovare i diversi lati grotteschi della cultura camorristica, attraverso i quali smontano e dissacrano l'assurdo alone epico creato dal filone di film e fiction incentrate sull'argomento. Accanto ai tre mattatori comici il piccolo Francesco Romano, Rita Corrado, cantante e attrice, ed Enzo Costanza, nei panni di un divertente Roberto Saviano che con i suoi interventi funge da trait d'union tra gli sketch proposti.
Si parte dalla versione satirica della scena delle lampade abbronzanti in "Gomorra", si ride del mercato della droga a Scampia (le cui vele fanno riprodotte sul fondale fanno da scenografia all'intero spettacolo) e dei suoi spacciatori sempre più giovani che già parlano in gergo camorristico. Inevitabile toccare l'argomento

immondizia, con le terre inquinate anche da rifiuti tossici provenienti dal nord e riversati lì dove si coltivano ortaggi, frutta, verdura e pascolano le bufale della celebre mozzarella. Si gioca sull'equivoco nello sketch dei carcerati, mentre uno dei momenti più esilaranti è quello che vede Ferrante e Manfredi correre in mutande per la platea, sparando senza motivo, mitra in mano, nella parodia della scena in spiaggia del film di Garrone. Esilarante ed arguto anche il momento del "Camorra's got talent", dove i tre provinano aspiranti affiliati. Non è da meno lo sketch in cui si cerca di vendere ad uno sprovveduto turista le vele di Scampia, sul calco di ciò che fa Totò in "Totòtruffa 62" con la fontana di Trevi. Attesi quanto amati i personaggi dei "gomorroidi", killer del clan già visti su Raidue a "Made in sud", con il "Fai schifooo!" pronunciato da Mimmo Manfredi ormai già tormentone conclamato. Tra le parodie cantate più riuscite la storia di "Romeo e Concetta", amore partenopeo ostacolato dai contrasti tra le famiglie dei Munnezzi e dei Capocchioni, che chiude lo spettacolo.

Cristiano Esposito
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