Tocca ad un onoratissimo Biagio Izzo aprire il cartellone 2013/2014 del teatro Augusteo di Napoli. E l’attore comico napoletano lo fa con il suo nuovo spettacolo, “Esseoesse”, scritto con Bruno Tabacchini e diretto da Claudio Insegno. La rappresentazione racconta le vicissitudini di un turista partito da Sharm El Sheikh per una escursione alle piramidi su un piccolo aereo che sorvola il Sahara. Un’avaria costringe ad un atterraggio di fortuna e i berberi sopraggiunti per salvare i passeggeri non si accorgono che nel bagno, stordito, è rimasto un uomo. Biagio si ritrova così solo nel deserto rifugiandosi in una provvidenziale oasi, un luogo rassicurante ma troppo distante dalla realtà in cui è abituato a vivere. Scoprirà presto che gli manca tutto quello che maledice nella vita quotidiana: il lavoro, la famiglia e gli affetti. L’unico punto di contatto col mondo è la radio di bordo estratta dalla cabina di pilotaggio dell’aereo, che continua a trasmettere canzoni napoletane neomelodiche mandando a vuoto i tentativi di Biagio di lanciare richieste di aiuto. Nell'oasi ci sono le condizioni di sopravvivenza, ma il sole batte forte in testa e produce strani effetti: il turista disperso comincia a vedere intorno a sé ombre e figure che lo tormentano e gli tengono compagnia allo stesso tempo. Odalische sinuose si alternano a berberi, beduini, preti, soldati (tutti interpretati dal bravissimo Francesco Procopio, che mette in mostra il suo eclettismo fino a trasformare a tratti in sua spalla lo stesso Izzo, col quale vige una collaudata intesa), e ad altre allucinazioni e miraggi. Nel secondo atto Biagio sembra ambientarsi nel deserto in cui è costretto a vivere suo malgrado, in un "Cast away" tutto napoletano con perfino una moglie-fantoccio con cui discutere come se fosse a casa. Trova il suo equilibrio esistenziale proprio in quell’oasi che simboleggia il luogo immaginario della mente umana dove ognuno trova rifugio dalla vita frenetica e dalle preoccupazioni di tutti i giorni. L'oasi è sinonimo di pace, ma è anche una condizione che a lungo andare appare anomala. Ecco allora che Biagio comincia a credere di essere morto, di trovarsi nella pace eterna. Il rullare di un elicottero e il suo amico Francesco che viene a soccorrerlo, però, lo costringono a cancellare questa idea, proprio ora che si sentiva più vivo nell'aldilà che si era costruito che nella sua vita vera e propria.
Il format di uno spettacolo di Biagio Izzo è ormai ricorrente e consolidato. Un prologo video con i titoli di testa, l’incipit di una trama più o meno consistente che ad ogni modo lascia presto spazio ai monologhi di chiara matrice cabarettistica del protagonista, strani personaggi che lo circondano, un corpo di ballo a intervallare i numeri comici e finale con una più seria riflessione sull’essere umano e sui suoi problemi attuali. E il tutto continua a funzionare con l'apprezzamento di un pubblico affezionato che apprezza un tipo di comicità sopra le righe, chiassoso e vistoso, ma sempre genuino e ben interpretato.
Le belle scene di Luigi Ferrigno portano sul palco la fusoliera di un velivolo semisommersa dalla sabbia del deserto. Manca un guizzo nelle stereotipate musiche di Jacopo Fiastri. I costumi sono affidati alla celebre Graziella Pera, l'efficace disegno luci a Massimo Tomasino, le coreografie a Manolo Casalino. Uno spettacolo semplice e costruito per far evadere il pubblico, proprio come vuole, per due ore di risate e disimpegno, facendolo identificare nelle beghe odierne del personaggio in scena.
Cristiano Esposito
Il format di uno spettacolo di Biagio Izzo è ormai ricorrente e consolidato. Un prologo video con i titoli di testa, l’incipit di una trama più o meno consistente che ad ogni modo lascia presto spazio ai monologhi di chiara matrice cabarettistica del protagonista, strani personaggi che lo circondano, un corpo di ballo a intervallare i numeri comici e finale con una più seria riflessione sull’essere umano e sui suoi problemi attuali. E il tutto continua a funzionare con l'apprezzamento di un pubblico affezionato che apprezza un tipo di comicità sopra le righe, chiassoso e vistoso, ma sempre genuino e ben interpretato.
Le belle scene di Luigi Ferrigno portano sul palco la fusoliera di un velivolo semisommersa dalla sabbia del deserto. Manca un guizzo nelle stereotipate musiche di Jacopo Fiastri. I costumi sono affidati alla celebre Graziella Pera, l'efficace disegno luci a Massimo Tomasino, le coreografie a Manolo Casalino. Uno spettacolo semplice e costruito per far evadere il pubblico, proprio come vuole, per due ore di risate e disimpegno, facendolo identificare nelle beghe odierne del personaggio in scena.
Cristiano Esposito
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