Il teatro Diana porta a Napoli in
data unica l'esordio teatrale di Beppe Severgnini, una delle firme
giornalistiche italiane più importanti. Lo spettacolo da lui scritto e diretto,
intitolato "La vita è un viaggio", è tratto dal suo libro omonimo del
2014 e da "Italiani di domani", del 2012 (entrambi editi da Rizzoli).
La trama racconta l'incontro tra un cinquantenne ed un'attrice teatrale ventottenne,
entrambi arrivati ad un bivio della propria vita, bloccati all'aeroporto di
Lisbona a causa di uno sciopero. Lui (Beppe Severgnini) sarcastico, pedante e
un po' paternalistico sta andando negli Stati Uniti per una conferenza; lei
(Marta Isabella Rizi) polemica, sfiduciata e pessimista raggiunge il suo
ragazzo in Brasile per rinunciare alla carriera e aprirsi un chiringuito.
Inizialmente lei non vuole saperne di attaccare bottone con lui, che continua a
sparare domande a raffica e gli sconsiglia di lasciare l'Italia e il teatro. Poi
una notte di discussioni costruisce un'amicizia che cambia qualcosa dentro
entrambi. E, di conseguenza, nelle loro decisioni.
Severgnini supera la sua prima
prova d'attore con disinvoltura e sorprendente efficacia di tempi ed
intonazioni. Fa ricorso ad un gobbo elettronico che consulta con evidenza ogni
tanto, ma è pienamente giustificato nel non ritrovarsi una consolidata memoria
di teatrante navigato. Superati abbondantemente i cinquant'anni, dice, invece
di comprarsi una decappottabile decide di fare appunto l'attore teatrale che
incoraggia i giovani sotto il "big blue", il grande aeroplano di
carta che domina la scenografia essenziale e che è il simbolo del suo ultimo
libro. A loro consiglia vivamente, oltre la resilienza, le quattro
"t" di talento, tenacia, tempismo e tolleranza; li stima e tifa per
loro anche perché crede che dal loro successo possano guadagnarne anche i meno
giovani. Per questo batte
sull'importanza di mescolare generazioni e talenti. Il suo personaggio pensa
che alla sua età sia arrivato il momento di cominciare a restituire qualcosa,
cita "Napule è" di Pino Daniele e il golfo strizzando l'occhio al
pubblico e "Cinquanta sfumature di grigio" (ironizzando). Parla di
film, telefilm, libri e musica che possono aiutare a vivere meglio, fa
riferimento alla sua esperienza di padre. Il tutto con leggerezza ma anche con profondità.
Il testo, riscritto molte volte
dallo stesso Severgnini, viene orchestrato dalla mano di Francesco Brandi in
maniera compatta e invisibile, qualità, quest'ultima, tra le più importanti per
una regia teatrale. Godibilissime e non convenzionali le musiche chitarra e
voce di Elisabetta
Spada, alias Kiss & Drive,
della quale l'autore racconta: "L’ho conosciuta su un aereo: mi ha dato un
cd e sono rimasto folgorato". Ne ha ben donde. Uno spettacolo elementare
ma di spessore, ironico, comico, che induce alla riflessione su temi
importanti. Un confronto che arricchisce sia i personaggi in scena che genitori
e figli in platea.
Cristiano Esposito
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