In questi giorni al Bellini di Napoli è possibile ammirare un’eccellenza italiana che ha raccolto successi in quattro continenti. David Larible, probabilmente il più grande clown al mondo, è italiano, nato a Verona pure se il suo cognome tradisce origini francesi. Viene da una famiglia che ha perpetuato per ben sette generazioni la tradizione circense; nel 1980 decide di specializzarsi come clown e da allora il successo lo ha sempre accompagnato in tutto il mondo. Per dare un’idea del suo curriculum basterebbe ricordare l’oro al Festival di Montecarlo del 1999 (è soltanto il terzo clown della storia a raggiungere questa onorificenza, considerato anche che per Popov e Rivel fu un premio alla carriera) e che tra i suoi ammiratori è possibile annoverare Woody Allen, Jerry Lewis, Francis F. Coppola e Steven Spielberg.
“Il clown dei clown” è uno spettacolo semplice, essenziale ma allo stesso tempo un’esperienza fantastica e forse unica. La leggerezza del clown gli permette di far ridere o commuovere nello spazio di un gesto, di un movimento di sopracciglia. E David è così, lieve come Charlie Chaplin, irriverente come il nostro Totò; sa cosa suscitare nel pubblico e sa come farlo senza effetti speciali. La sottile storia che serve da pretesto per sfoggiare le sue migliori creazioni parte dalla vicenda di un inserviente che diventa artista per la durata della rappresentazione, muta in un classico augusto continuamente pungolato dal clown bianco Gensi che disprezza il suo operato con il tormentone “Mamma mia!”. La morale appare chiara nelle parole di David: “Ognuno di noi, se messo nelle condizioni giuste, può fare qualcosa di straordinario”. In scena con loro, a colorare l’atmosfera, c’è il pianista tedesco Stephan Kunz.
Un grande artista sa sempre toccare le corde dell’anima del pubblico, arrivare a quell’universale che accomuna tutti noi esseri umani. Si spiegano così le 120 mila presenze al Madison Square Garden di New York raccolte in un solo weekend da David Larible. Questo umile inserviente che muta in clown e poi ritorna nuovamente un uomo qualunque ci riporta alla poesia di una maschera poco distinguibile dal volto di chi la indossa. Uno spettacolo che alleggerisce il peso dei nostri giorni, in cui il pubblico è chiamato in causa a più riprese per farsi complice, e mai vittima, degli esilaranti giochi di David. “Ti senti parte di qualcosa quando ridi…ridendo non ci sentiamo soli”. E David, dopo averci fatto abbandonare la nostra maschera, abbandona la sua e può tornare ad essere un semplice uomo. La missione del pagliaccio è compiuta, gli spettatori lasciano la sala entusiasti: il clown dei clown ha lasciato un pizzico della sua anima dentro ognuno di loro.
Cristiano Esposito
Lo spettacolo resta in scena al teatro Bellini di Napoli fino a domenica 29 gennaio 2012. Per info consultare il sito www.teatrobellini.it.
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