Un testo di Eduardo De Filippo in scena a teatro è sempre uno spettacolo nello spettacolo, ti rapisce con la sua solidità, il suo acume, gli intrecci perfetti e la filosofia dei protagonisti. Con un protagonista come il figlio Luca è ancora più emozione e suggestione, con il pensiero che inevitabilmente vola a più riprese al Maestro. Se poi si inserisce il tutto nella cornice dello storico teatro San Ferdinando, acquistato e ricostruito da Eduardo nel 1948, e nel cui foyer è possibile ammirare prima della rappresentazione i preziosi cimeli del “Museo dell’Attore napoletano”, la sensazione è quella di assistere a un piccolo evento.
“Le bugie con le gambe lunghe” nacque dalla penna di Eduardo De Filippo nel lontano 1946, e arriva a noi oggi ancora fresca e attuale, come ogni piccolo capolavoro. Avrebbe sostituito “Filumena Marturano” in caso di insuccesso; dovette invece attendere un anno per essere portata in scena dopo lo straordinario successo della commedia scritta per Titina. Tema centrale è la dicotomia verità-menzogna, immersa in una comicità dal retrogusto amaro, tratto distintivo delle opere eduardiane. Un intrigo, a tratti farsesco, antico e moderno, che vede il protagonista Libero Incoronato travolto dai suoi vicini, che lo coinvolgono nelle loro squallide storie. Storie sporche, piene di menzogne spacciate per verità che Libero rinuncerà ben presto a provare a smascherare, e alle quali si adeguerà con sagacia. Perché, come spiegò Eduardo in un’intervista a Sergio Romano, “le bugie con le gambe corte sono quelle dei bambini, quelle puerili, mentre quelle con le gambe lunghe sono quelle che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società”. Quell’impalcatura che ancora oggi è infarcita di perbenismo e ipocrisia, della forma che obnubila la sostanza. Tutti falsi, tutti contenti.
Estremamente curate nei dettagli le scene di Gianmaurizio Fercioni, di sicuro effetto i fondali di Giacomo Costa. Luca De Filippo interpreta onestamente il ruolo che fu del celebre padre, si spinge solo dove sa di poter arrivare, senza strafare, rievocando piacevolmente a tratti mimiche e toni della voce inconfondibili per il pubblico. Si contorna di validi attori, tra i quali spiccano Anna Fiorelli e Nicola Di Pinto; l’assenza di microfoni costringe qualcuno, non dotato della stessa padronanza vocale di Luca, ad alzare il tono di voce e ad enfatizzarlo in modo a tratti innaturale.
Un piccolo evento, come già detto, per gli amanti del teatro napoletano, da gustare fino in fondo in un tempio sacro come il San Ferdinando, con un De Filippo degno padrone di casa sul palco che lo vide esordire tanti anni fa nei panni di Peppiniello in “Miseria e nobiltà”.
Cristiano Esposito
Lo spettacolo resta in scena al teatro San Ferdinando di Napoli fino a domenica 15 gennaio 2012. Per info consultare il sito www.teatrostabilenapoli.it.
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