Armando Curcio (1900-1957) fa purtroppo parte di quella folta schiera dei grandi napoletani del teatro italiano del Novecento che rischia di finire nel dimenticatoio. Nato appunto a Napoli e trapiantato prima a Milano e poi a Roma, giornalista, umorista, novelliere, autore di libri per ragazzi, caricaturista ed editore, rivelò sulla scena la sua ispirazione più autentica. "A che servono questi quattrini" è una macchina per ridere dal funzionamento assolutamente perfetto. Ridere in maniera pulita e intelligente, merce sempre più rara. E grandi esempi di teatro comico sono anche "I casi sono due" (dal quale nacque la strepitosa maschera di Pappagone), "La fortuna con l'effe maiuscola" (scritta con Eduardo) e "Casanova farebbe così" (scritta con Peppino).
Cristiano Esposito
Nel ringraziarla per questo ottimo post mi chiedevo se volesse partecipare al nostro Concorso Nuovi Talenti che trova qui
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/GRUPPOCURCIO
mi faccia sapere
Paolo Orlando
resp attività online
Gruppo Armando Curcio Editore
Sei cresciuto tanto, Cris. E con te la tua magnifica penna, che adoro pure essendo esigente sull’argomento.
RispondiEliminaSintetica incisiva, leggera come una piuma e determinata come uno scalpello. Graffiante e delicata.
Potresti diventare il “Michelangelo della scrittura”.
Ti confesso che gli spettacoli teatrali di cui parli non mi interessano granchè ma non mi perdo un tuo articolo: sarà che nelle recensioni teatrali dai il … Massimo.
Un bacione
Daniela
la emme maiuscola rende inconfondibile l'autrice del commento del 23 gennaio ;-)
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