E’ un Simone Schettino sempre più maturo artisticamente quello che,
dopo quindici anni di teatro, battezza il suo nuovo spettacolo al Cilea
di Napoli. Due ore di fragorose risate pulite e intelligenti
accompagnano questo suo nuovo “Se permettete vorrei andare oltre”,
ambientato in un camerino prima di una serata con Roberto Capasso che
interpreta un direttore di scena e Giuseppe Mosca un ammiratore troppo
invadente. Schettino non ha voglia di andare in scena, appare depresso e
si domanda: “la gente non vuole o non deve pensare?”. Ecco allora
un’esibizione che si tiene davanti ad un pubblico ideale, in un
retropalco oltre il cui muro c’è l’altra platea, quella da narcotizzare e
far ridere senza spessore. Questa volta più che mai il comico di
Castellammare di Stabia prova a non farsi influenzare dai gusti di chi
ascolta, tirando in ballo argomenti e pensieri scomodi, invitando a non
fermarsi alle apparenze o a quello che i potenti vogliono farci
credere.
Un tipo di comicità che non è una novità per Schettino, che proprio al
Cilea nel 2001 debuttò poco dopo l’attacco alle torri gemelle,
parlandone alla stessa maniera. Nessun pericolo di un Grillo bis, tiene a
precisare, nessun sermone. Si va ben oltre la politica, la sua è una
lotta contro il disinteresse, contro il torpore in cui la gente pare
lasciarsi addormentare. Uno sguardo acuto, verace ma mai volgare, senza
falsa retorica, sulla situazione italiana e napoletana, una verve che in
teatro crea un’atmosfera familiare senza servirsi di facili sfottò
indirizzati alla platea. Schettino discetta dei problemi attuali, di
alta finanza, politica, ecologia, sanità, lavoro, pensioni, euro, crisi,
moda, tecnologia, sesso, cucina e diete. Sui temi meno leggeri non
entra più di tanto nello specifico e probabilmente nemmeno potrebbe (è
pur sempre un comico, sarebbe bene mantenere sempre i ruoli in questa
maniera) ma almeno solleva coraggiosamente il problema, ponendosi e
ponendo interrogativi e ipotizzando le cause scatenanti. Avercene di
comici che prediligono un pubblico pensante come lui, che in questa
occasione capovolge l’imperativo di divertire e distrarre per dar
priorità al ridere riflettendo.
Simone Schettino tiene il palco egregiamente, da solo, senza effetti
speciali, musiche o scene sfavillanti. E’ un cabarettista di gran
mestiere, molto legato al dialetto partenopeo ma che probabilmente
meriterebbe un successo ancora maggiore anche a livello nazionale come
degno rappresentante della Napoli più autentica e sana. Il suo punto di
vista è leggero ma sempre originale e illuminante. Con la stessa
leggerezza auspica poi, dopo il bis dedicato al calcio che pure
narcotizza un buon numero di italiani, un ritorno a quella solidarietà
che rendeva noi italiani così unici nel mondo. Apprezzabile la dedica
dello spettacolo al critico Franco De Ciuceis, recentemente scomparso,
molto stimato da Schettino.
Cristiano Esposito
Recensione pubblicata su Teatro.org al seguente link: http://www.teatro.org/spettacoli/recensioni/se_permettete_dico_la_mia_a_modo_mio_24080
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