martedì 24 dicembre 2013

"Un suocero in casa (...ma c'è papà!)": l'omaggio a Titina De Filippo del nipote Luigi

L’immortale divertimento garbato e genuino dei De Filippo, immerso in tematiche che interessano tutti da vicino anche nel 2013, è al centro della commedia “Un suocero in casa (…ma c’è papà!)” in scena al Cilea di Napoli. Scritta a quattro mani da Peppino e Titina De Filippo, andò in scena per la prima volta nel 1935 al teatro Politeama, sempre nel capoluogo partenopeo, ottenendo un grande successo. La riporta sul palcoscenico oggi Luigi De Filippo, figlio del grandissimo maestro della comicità Peppino, e nipote di Titina, a cui la rappresentazione viene dedicata e di cui proprio in questi giorni ricorre il cinquantesimo anno dalla scomparsa. Personaggi, emozioni ed umori che rappresentano ironicamente i problemi familiari quotidiani e della vecchiaia sono al centro della trama: Stefanino, un giovane piccolo-borghese, impiegato metodico e un po’ pedante, vive con la moglie che ama teneramente e sembra subire senza fare una piega la sua pignoleria. Ma la presenza invadente e dispettosa in casa del suocero Federico (Luigi De Filippo), persona prepotente ed autoritaria, vedovo deluso dalla vita e dai rapporti umani, lo porta all’esasperazione. Decide così di andarsene di casa e finisce a vivere in una pensione dove però trova una padrona di casa ancora più insopportabile, fredda, tirchia e fastidiosa. Il lieto fine è quello atteso ma condito dei buoni sentimenti che sono in fondo a (quasi) ognuno di noi, magari nascosti dai lati sgradevoli dei nostri caratteri.

Magistrale, oltre al sapiente adattamento del testo ai giorni nostri anche nel linguaggio che appare leggermente più colorito, l’interpretazione di Luigi De Filippo e appropriatissimo a lui il ruolo del suocero pestifero ma umano. I suoi tempi comici sono da manuale e non potrebbe essere altrimenti per uno cresciuto sotto la luce diretta della scuola di Peppino. All’altezza la performance del resto della compagnia, questa volta , pare, più napoletana negli accenti e nelle intenzioni. Spiccano Stefania Ventura e Paolo Pietrantonio, ma bravi anche Stefania Aluzzi, Michele Sibilio, Giorgio Pinto, Claudia Balsamo, Riccardo Feola, Vincenzo De Luca, Fabiana Russo e Francesca Ciardiello.

«Ho riscoperto questo testo scritto da mio papà e dalla zia Titina spulciando fra i

copioni di famiglia» racconta Luigi De Filippo, 83 anni di cui oltre 60 passati sul palcoscenico, che continua a girare con successo l’Italia con la stessa passione e lo stesso entusiasmo di sempre. «Dopo averlo letto confesso che mi colpì particolarmente proprio per l'attualità dei temi trattati. Ovviamente lo ricucii a misura su di me variando di poco il titolo, in una sorta di alto artigianato interpretativo che mi ha insegnato papà Peppino e che consente di completarsi in scena contemporaneamente come attore, autore e regista. A mia zia Titina sono legato non solo da profondo affetto ma anche da gratitudine:  è stata la mia maestra di pianoforte e mi ha insegnato ad amare la musica (le musiche dello spettacolo sono firmate proprio da Luigi De Filippo, NdR). Lei suonava benissimo il piano e m’insegnò a comprendere che anche recitare in palcoscenico è musica, è armonia, è ritmo, è concerto. Quando tutte queste qualità si uniscono e si manifestano nel recitare, l’Arte, la vera Arte scenica si compie». Buon sangue non mente, e Luigi De Filippo non fa eccezione.
Cristiano Esposito
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