Un Lino D’Angiò grande mattatore in scena in questi giorni con
“Da grande voglio fare il sindaco” al teatro “Il primo” di Napoli. Al pubblico
viene offerta una riflessione esilarante sui vizi della società contemporanea
attraverso i personaggi napoletani simbolo, mediante le trasformazioni di un
moderno Alighiero Noschese nel pieno della maturità artistica.
“Per conoscere i cittadini si deve cominciare dal primo”,
dice D’Angiò in apertura di spettacolo. Lui, che iniziò a imitare Bassolino nel
lontano 1995, di sindaci ne capisce e non esclude per gioco (?) di potersi
candidare un giorno. Una satira leggera, di buon gusto, quella del camaleontico
artista napoletano, che diverte e permette alla platea di identificarsi
istantaneamente. Le sorprendenti imitazioni non si limitano al già citato
Bassolino, alla Iervolino, all’orgoglioso sindaco di Salerno, De Luca, o all’odierno
De Magistris, con il tormentone del “lungomare liberato”: D’Angiò si prodiga,
ad esempio, in una versione di “Vita spericolata” in cui dà voce a circa
venticinque personaggi, lasciando i presenti profondamente ammirati. Un sagace
studio dei personaggi gli permette di riprodurre mimica e voce anche del
cardinale Crescenzio Sepe, di Mario Merola, di Peppino Di Capri, di Nino D’Angelo,
del mago Gennaro D’Auria e così via.
In un’epoca di confusione, in cui tutti i ruoli saltano e le
istituzioni vengono delegittimate Lino D’Angiò riscuote sulla scena un discreto
successo elettorale: hai visto mai che un giorno… Il finale è però riservato
giustamente a quella maschera di Pulcinella che forse è l’unico sindaco eterno
e immortale di Napoli, e ai grandissimi interpreti che l’hanno indossata
rendendoci orgogliosi di essere napoletani, come Eduardo De Filippo e Massimo
Troisi. Chapeau.
Cristiano Esposito
Articolo pubblicato da Teatro.org al seguente link: http://www.teatro.org/spettacoli/recensioni/da_grande_voglio_fare_il_sindaco_24855
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