venerdì 30 novembre 2012

Ancora applausi per “…e fuori nevica!” al Delle Palme di Napoli, vent’anni dopo


“…e fuori nevica!” è una di quelle commedie che scrivono un pezzetto di storia del teatro, che svoltano la carriera di un autore. Probabilmente Vincenzo Salemme ha fatto bene a tenerla ferma in cantina fino ad oggi, salvaguardandola e provando a farla diventare ancora migliore col tempo, come un buon vino. La trama è nota ai più: tre fratelli hanno da poco perduto la madre, mentre l’abbandono del padre risale a quand’erano ancora piccoli. Enzo (Andrea Di Maria) è un musicista di scarso livello, Stefano (Francesco Procopio) un promesso sposo con un eccessivo senso di responsabilità, Cico (Giovanni Esposito) soffre di una strana forma di autismo che a tratti sfocia nell’epilessia. L’eredità materna va divisa in tre parti uguali a condizione che Enzo e Stefano si prendano cura per sempre di Cico. La commedia ci fa vivere l’arco di un mese circa di convivenza coatta di tre caratteri molto diversi tra loro, con esiti divertentemente drammatici.

Ne è passata di acqua sotto i ponti dall’esordio quasi vent’anni fa di “…e fuori nevica!” al Teatro Piccolo Eliseo di Roma, eppure il testo mantiene intatta la sua freschezza. Una storia sulla famiglia, sull’affetto, sulla tolleranza, sulla diversità che smonta e mette in discussione la presunta normalità. L’ottimo cast riesce oggi con onore a non far rimpiangere i grandissimi Salemme, Buccirosso, Paone e Casagrande. Eccezionale  Giovanni Esposito nei panni di Cico, che in qualche movenza ricorda Dustin Hoffman nei panni Raymond Babbitt in “Rain man”, ottimo Francesco Procopio in un ruolo non semplice che ritaglia sulle sue caratteristiche con disinvoltura ed efficace. Non gli è da meno Andrea Di Maria, in cui inevitabilmente si rivede qualcosa di Vincenzo Salemme che in questo caso lo dirige nel ruolo che fu suo. Dà ritmo e freschezza Mario Porfito,  il notaio che nel corso del secondo atto abbatte la fatidica quarta parete con esasperazione per scappare via dalla casa dei tre fratelli attraverso la platea. Cico prova a fare altrettanto ma non ci riesce, lui è l’essenza di quel teatrino che non può e non deve finire mai. 

Prova ampiamente superata dai quattro attori e da Salemme in versione regista, che inserisce qualche sapiente novità qua e là; resta la curiosità per quello che avrebbe potuto dare in scena, noi crediamo tanto, quel Massimiliano Gallo prima inserito nel cast e poi sparito. Non sono tante le commedie che possono tirare per due ore senza che il pubblico se ne accorga, grazie ad un ritmo e ad una qualità drammaturgica che costituiscono un meccanismo perfetto, oliato e rodato come pochi. Un mese di repliche di sicuro successo, dunque, per lo spettacolo di Natale del teatro Delle Palme di Napoli.

Cristiano Esposito
 
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