venerdì 26 ottobre 2012

Ferro e Scarpetta, ancora un felice incontro al teatro Bracco con "Il medico dei pazzi"

Ancora Rosario Ferro, ancora Eduardo Scarpetta, ancora Felice Sciosciammocca. Ancora un testo ultracentenario, "'O miedeco d'e pazze", datato 1908, che ancora strappa numerose risate al pubblico. Ed è ormai consueto anche il garbo e il tatto con i quali la regia di Ferro attualizza e dona nuova freschezza alla rappresentazione originaria, senza stravolgimenti ma con mano leggera ed efficace. Con il solo e unico fine di divertire, regolarmente raggiunto. Niente presunte indagini introspettive su chi è davvero pazzo e chi savio, solo risate e l'inserimento di parti canore e musicali. Rosario Ferro fa suo il ruolo che fu di Totò sul grande schermo, cucendosi addosso il personaggio e caratterizzandolo col proprio stile, che il pubblico fidelizzato ormai riconosce da più di quindici anni. Accanto a lui una bravissima Ida Carrieri e una compagnia di tutto rispetto che porta il nome della compianta Bianca Sollazzo, formata da Noemi Coppola, Anna D'Amato, Aurelio De Matteis, Nancy Fontanella, Carmine Gambardella, Armando Iodice, Felice Pace, Pino Pino, Filippo Rossi, Rino Soprano, Antonio Stoccuto e il baritono Maurizio Esposito. Deliziose le scenografie, con tele dipinte a mano da Vittorio Barresi i cui colori si sposano con i costumi di Rosaria Riccio in un delicato acquerello.

"Il medico dei pazzi" di Ferro,  che apre la stagione del teatro Bracco di Napoli, pur restando fedele al testo accorpa il primo ed il secondo atto con cambio di scena a vista, terminando con un epilogo ben più breve dopo l'intervallo. Il naturale rodaggio della rappresentazione serrerà ancor di più i tempi ed esalterà ulteriormente le caratteristiche di tutti gli attori. Un'operazione, questa, da sostenere senza se e senza ma, che propaganda con coraggio e fermezza un teatro popolare irripetibile, che per assurdo oggi corre materialmente il rischio di diventare "di nicchia". Rischio che non possiamo permetterci, per salvaguardare la nostra memoria storica e una comicità genuina, mai volgare che crea un'empatia unica tra attori e spettatori. Questa, in fondo, è la Napoli che vogliamo ci rappresenti in Italia e all'estero.

Cristiano Esposito
Articolo pubblicato anche su Teatro.org al link:  
 

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