martedì 28 febbraio 2012

Buon compleanno ad un grande uomo di teatro: Renato Barbieri

Nove giorni dopo un compleanno speciale come quello di Massimo Troisi ne festeggiamo uno altrettanto importante, facendo gli auguri ad un grande uomo, un grande artista, un vero amico e una splendida persona. Tanti auguri Renato, per il tuo primo compleanno di nuovo insieme a Massimo ma sempre e comunque con noi, nel cuore e nella mente. Dove rimarrai per sempre, come meriti.

Cristiano







Riportiamo l'articolo con cui lo ricordammo alla sua scomparsa: http://amicidimassimotroisi.blogspot.com/2011/03/il-nostro-ultimo-saluto-renato-barbieri.html




...e il video di una delle tante allegre cene a casa sua...  

 
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venerdì 24 febbraio 2012

“Un…Gino per il mondo” insieme a Rivieccio al teatro Totò di Napoli


Uno spassoso collage di pezzi di repertorio da ricordare al pubblico affezionato o da far conoscere per la prima volta ai più giovani. Questo è “Un…Gino  per il mondo”, spettacolo scritto da Gino Rivieccio e Gustavo Verde, con la regia di Giancarlo Drillo. Una “ginoteca” con i personaggi più significativi (vedi il tassista, la bolletta telefonica e, ultimo arrivato e tanto applaudito, el senatur Bossi) di trent’anni di carriera del cabarettista e attore napoletano, che si dimostra ancora una volta anche ottimo imitatore.

La solida formazione di Rivieccio al teatro Sannazzaro di Napoli al fianco di Luisa Conte, Nino Taranto e Pietro De Vico emerge nella sua capacità di tenere il palco anche da solo, nonostante in questa occasione si avvalga della collaborazione di giovani attori in parte selezionati dal laboratorio dello stesso teatro Totò di Napoli. Un’altra peculiarità dell’artista partenopeo, già ravvisata nei precedenti spettacoli, è quella facile satira acuta sull’attualità, sempre garbata e mai oltre le righe, ma che arriva sempre a colpire nel segno.

Due ore di rappresentazione che filano via lisce tra musica e buonumore in compagnia di un valido mattatore, genuino  e irresistibile come solo la migliore tradizione teatrale napoletana sa essere.

Cristiano Esposito

Lo spettacolo resta in scena al teatro Totò di Napoli fino a domenica 4 marzo 2012. Per info consultare il sito www.teatrototo.it.

  
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giovedì 16 febbraio 2012

Racconto ed emozione, “Il viaggio con Aurora continua” con Erri De Luca


Erri De Luca è emozione, sempre e comunque. E' cuore, cultura accessibile a tutti, sangue e commozione. Il viaggio con Aurora, sua nipote, continua nel racconto e sui palcoscenici italiani. Un racconto viscerale, mai banale, che arriva immediatamente alla platea e la conquista tra le pieghe di un passato duro e cupo, capace per un attimo di farci dimenticare le difficoltà odierne in cui pure siamo costretti a divincolarci ogni giorno.

“Il viaggio con Aurora continua” è un racconto sul 1900 che parte da Napoli, ombelico del mondo, riassunto di punti cardinali, città piena appoggiata su un suolo vuoto sotto, il cui nome poco originale datole dai greci è stato ampiamente compensato dai suoi abitanti che ancora oggi contribuiscono a renderla un posto unico nel mondo. La narrazione passa per le grandi migrazioni che spostarono “il peso del mondo” e che videro protagonista lo stesso Erri all’età di 18 anni, ricordando come l’Italia sia un braccio teso verso il sud est e quanto sia innaturale e illegittimo tentare di fermare i flussi che si generano automaticamente. Giunge poi alla canzone napoletana, poesia e musica di uomini sofferenti e in bilico tra amore e natura. E poi gli anni delle lotte e dei conflitti, gli anni di piombo rinominati “di rame” da Erri De Luca in quanto grandi conduttori di elettricità in un’Italia cablata dalla militanza. Il contributo video di Mariano Rigillo e la toccante dedica a Carlo Giuliani. In chiusura il racconto delle guerre a Sarajevo vissute sulla pelle del poeta bosniaco Izet Sarajlić, grande amico di Erri.

La chitarra arpeggiata di Erri De Luca è accompagnata dal violino di Micaela Zanotti e intervalla la narrazione qua e là con canzoni delicate. L’angelica voce di Aurora prova a stemperare la crudezza del racconto tramite il canto e la poesia. Infondo ora sta alle nuove generazioni far tesoro del passato e impedire il ripetersi degli stessi errori nel futuro prossimo.

Cristiano Esposito

 

 
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venerdì 10 febbraio 2012

Federico Salvatore torna nella sua Napoli al teatro Totò con “Se io fossi San Gennaro”

Federico Salvatore è tornato. Pur senza mai lasciare per davvero lo spettacolo si è preso i suoi tempi, aggiornando il chip di artista col desiderio di non restare ingabbiato nel personaggio di “Azz…” e dintorni. Perché, per quanto il cabarettista che si cimenta in canzonette tutte da ridere abbia fatto posto già da tempo al cantautore di denuncia, i media continuavano a richiedergli sempre le stesse cose. Federico Salvatore non rinnega certo il passato ma vuol dimostrare al suo pubblico che è anche altro e che ha tanto altro da dire. A costo di vedersi qualche riflettore in meno puntato addosso.

“Se io fossi San Gennaro” è una forma di teatro-canzone intervallato da monologhi in cui si fondono denuncia, poesia e ilarità. A dir la verità in sala c’è ancora chi resta spiazzato da un’evoluzione che è ormai avvenuta una decina di anni fa con “L'osceno del villaggio”; ascolta in silenzio, applaude con relativa convinzione ma poi si infervora solo con i bis finali costituiti dalle canzonette più celebri. Invettive in versi, poesia metropolitana, voglia di rivalsa dei sentimenti e dell’arte: Federico Salvatore ripropone il meglio della sua produzione nel culmine della sua maturità artistica. C’è spazio anche per un omaggio a Fabrizio De Andrè con una versione molto vivace de “Il pescatore”.

Una volta Giorgio Gaber incrociò Federico Salvatore e gli disse: “Le scelte di dignità portano prima o poi gratificazioni che vanno oltre il successo commerciale”. Il cantautore napoletano sembra aver capito la lezione e va avanti a testa alta per la sua strada, come solo i grandi riescono a fare.


Cristiano Esposito

Lo spettacolo resta in scena al teatro Totò di Napoli fino a domenica 19 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrototo.it

Questa la conoscono in pochi ma...vale almeno un ascolto.


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giovedì 9 febbraio 2012

Pino Quartullo in scena con “Che ora è” al Delle Palme di Napoli

“Che ora è”, spettacolo prodotto, diretto e interpretato da Pino Quartullo e tratto dalla sceneggiatura del film omonimo diretto da Ettore Scola nel lontano 1989, arriva a Napoli. L’emozione è palpabile e Pino lo confessa a fine serata dal palco. Il fascino della prova del pubblico napoletano in questo caso raddoppia per via di quel Massimo Troisi che fu splendido protagonista insieme a Marcello Mastroianni della pellicola che fruttò ai due una Coppa Volpi a ex aequo per la migliore interpretazione. L’esame è superato, il pubblico applaude entusiasta anche per la presenza di Ettore Scola in sala. Uno spettacolo misurato, attento a non scimmiottare il film e i suoi attori, con una messa in scena essenziale ma efficace. Accanto a Quartullo (che interpreta il ruolo che fu di Mastroianni, quello di un brillante avvocato romano) c’è la piacevole sorpresa Clementino (nei panni che furono di Troisi e cioè del figlio Michele, militare indolente). Non da meno la giovane Valentina De Giovanni, che interpreta la fidanzata di Michele.

Lo spettacolo racconta di un padre e un figlio che trascorrono una giornata insieme in quel di Civitavecchia, un incontro-scontro che termina in fin dei conti alla pari, lasciando spazio a sprazzi di comprensione reciproca. Un vecchio orologio da taschino del nonno regalato a Michele scherma e fa superare i momenti più aspri del confronto, risvegliando ricordi ed emozioni sopite. Quartullo e Clementino si cuciono addosso i personaggi strizzando spesso l’occhio ai toni da commedia e dimostrando un ottimo affiatamento. La trasposizione dal cinema al teatro appare perlopiù riuscita; appaiono talvolta ridondanti le spiegazioni date dai protagonisti al pubblico ma per il resto la rappresentazione fila via snella e gradevole.

    
Si ride, si riflette e ci si rispecchia. L’adattamento è firmato, oltre che da Quartullo, da Paola e Silvia Scola. Le musiche sono quelle originali composte dal maestro Armando Trovajoli per il film. Un piccolo capolavoro per la profondità con cui tocca il tema del rapporto padre-figlio, in maniera talvolta dura ma senza mai rinunciare ad un’ironia sagace, che lascia il segno.

Cristiano Esposito

Lo spettacolo resta in scena al teatro Delle Palme di Napoli fino a domenica 12 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrodellepalme.it.

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mercoledì 8 febbraio 2012

Tato Russo rilegge “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello al Bellini di Napoli

Un adattamento asciutto e convincente, che parte da una voce narrante per far rivivere al pubblico, inchiodandolo alla poltrona per due ore, le complesse vicende di Mattia Pascal. Un’interpretazione sobria ma efficacissima, dai ritmi perfetti e di una naturalezza notevole; come diceva Eduardo, l’attore non deve recitare. Convince pienamente Tato Russo, regista e attore protagonista de “Il fu Mattia Pascal” in scena al teatro Bellini di Napoli in questi giorni. Un teatro essenziale e assoluto, che non ha bisogno di effetti speciali e artifizi scenografici sfavillanti, ma che basta a sé stesso per sorprendere ed emozionare. Una rilettura in chiave moderna che non si veste di inutile intellettualismo per far arrivare al pubblico il pensiero pirandelliano secondo il quale gli esseri umani sono vere e proprie maschere, dietro cui celare identità intercambiabili. Ma, pur sotto un’altra identità, per Mattia Pascal i problemi e le amarezze della vita non finiscono, si ritrovano anzi sotto altre vesti con le stesse sembianze di prima. A questo proposito gli stessi attori interpretano personaggi diversi che incrociano il cammino di Mattia prima e quello di Adriano Meis poi. Non basta morire per vivere una vita diversa.

Tanta amarezza in questa pièce, ma anche quella sottile ironia che si respira nel romanzo. Le scene di Tonino Di Ronza danno vita ad un palcoscenico senza soluzioni di continuità, con tutti i praticabili in scena fin dall’inizio della rappresentazione, ricoperti da teli fino al momento del loro effettivo utilizzo. Una scena che simbolizza un “gran luogo dei ricordi, uno spazio vuoto di memoria, una perenne evocazione di fantasmi, un sorgere di anime vaganti che man mano prendevano i colori dei personaggi e degli interpreti”. Così Tato Russo nelle note di regia.

Le musiche astratte di Alessio Vlad rendono perfettamente il senso di ossessione e inquietudine di Mattia e accompagnano la narrazione senza mai prevaricarla. Dramma, commedia, tragedia e farsa bagnano il Mattia Pascal di Tato Russo, perfettamente a metà tra un adattamento e una regia geniali e il rispetto per la versione originale di Luigi Pirandello.
 

Cristiano Esposito


Lo spettacolo resta in scena al teatro Bellini di Napoli fino a domenica 12 febbraio 2012. Per info consultare il sito www.teatrobellini.it.


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