mercoledì 28 gennaio 2015

Claudio Bisio e il rapporto padre-figlio nell'epoca degli "sdraiati"

Platea napoletana entuasiasta al teatro Bellini per "Father and son" con Claudio Bisio, per quella che lui stesso dichiara essere stata finora la prima più calorosa del suo nuovo spettacolo. Bisio passa così da Giorgio Gaber a Michele Serra, dal quale trae ispirazione attraverso "Gli sdraiati" e "Breviario comico" con la regia di Giorgio Gallone. In scena va un racconto moderno del rapporto padre-figlio con un linguaggio comicamente acuto, ma anche profondo e viscerale. Un genitore oggi ha meno sicurezze e autorità di una volta, così come la società nevrotica e in decadimento in cui viviamo. Nell'era dell'ipertecnologia è sempre più difficile avere rapporti e confronti reali: ecco che questo mondo diventa un alibi per la fuga dei figli. Insieme a questo viaggio generazionale non mancano satirici riferimenti all'attualità (estratti da "Breviario comico"). 

La forza dello spettacolo sta nel testo mai banale, comico ed etico di Serra e nell'interpretazione dai tempi perfetti di Bisio, che due figli attorno alla maggiore età li ha proprio come il regista Gallone. L'attore nato in Piemonte e cresciuto a Milano tiene egregiamente la scena in una rappresentazione densa e compatta allo stesso tempo. Per estrema sintesi assistiamo alla presa di coscienza di un padre di come il destino del figlio gli sfugga giorno dopo giorno dalle mani, mentre si accorge di conoscerlo poco e male. Notevole il momento in cui Bisio intreccia le diverse frasi del figlio che, come tanti suoi coetanei, sdraiato sul divano fa più cose insieme restando eternamente connesso.

Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alle chitarre (classica ed elettrica) puntellano con le musiche di Paolo Silvestri il monologo ed evocano, giovani come sono, un figlio che non appare mai. La scena di Guido Fiorato, simbolica ed essenziale, è dominata da un blu onirico con cinque porte, un armadio sospeso, uno accasciato in terra coperto da rocce e sedie e tavoli continuamente spostati dal protagonista. Tutto questo fino al racconto finale dell'arrivo di padre e figlio sul tanto agognato (dal primo) Colle della Nasca, quando dall'alto vengono calate le rocce della pietraia sospese a delle corde. Fino a che, sulle immortali note di Cat Stevens, papà Bisio si rende conto che quel figlio che credeva arrancare alle sue spalle lo ha ormai superato arrivando su in cima precedendolo di molto, facendogli capire che ormai può tranquillamente permettersi di diventare vecchio.
Cristiano Esposito

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