lunedì 3 novembre 2014

Giuliana De Sio e l'alienazione femminile nella metropoli moderna secondo Ruccello al Bellini di Napoli

Giuliana De Sio torna a vestire i panni di Adriana, protagonista di "Notturno di donna con ospiti" di Annibale Ruccello, dopo le edizioni del 1996 e del 2003. Lo fa dopo essersi pienamente ristabilita da alcuni problemi di salute e tornando su un palcoscenico teatrale in grande forma. Scritto nel 1983, il testo è un dramma che non disdegna risvolti comici e thrilling, che esplora la noiosa e ripetitiva quotidianità nella periferia urbana, con annessi il relativo degrado e la relativa solitudine.

Adriana, alla terza gravidanza, vive in una casa a due piani in una periferia desolata insieme ai due figli e al marito metronotte Michele (Mimmo Esposito). Solo la musica e la tv con i suoi messaggi pubblicitari le offrono un po' di svago in un'afosa notte come tante, fino a quando irrompe in casa Rosanna (Rosaria De Cicco), vecchia compagna di scuola che le dice di essere rimasta vittima di un'aggressione. A lei si aggiungerà suo marito Arturo (Andrea De Venuti) e Sandro (Luigi Iacuzio), ex fidanzato di Adriana appena uscito di galera. Questi incontri notturni risveglieranno nella protagonista i fantasmi del passato e provocheranno una reazione folle e atroce nel tentativo di fuggire da quella prigione logorante, dove andare al cimitero a trovare i proprio cari estinti diventa un allettante passatempo e l'unica compagnia sono i ritornelli della tv commerciali imparati ormai a memoria. Ecco spiegato l'entusiasmo iniziale di Adriana per questi strani e inquietanti personaggi, che però avvicinano la sua realtà a quella dei tanto amati film e la risvegliano dal torpore quotidiano proprio quando stava per addormentarsi ennesimamente davanti al piccolo schermo.

La prova della De Sio è convincente, a tratti la recitazione appare lievemente manieristica ma resta salda la capacità di tenere lo spettacolo da gran protagonista sino al finale in cui la regia di Enrico Maria Lamanna aggiunge, rispetto al testo di Ruccello, la reazione agghiacciata di Michele alla vista della moglie imbrattata di sangue. Una moglie fuori dal mondo, che pensa solo ai suoi figli: l'unica preoccupazione reale in ogni momento resta quella che potrebbero svegliarsi, insieme alla tosse di uno dei due, Alfredino. Per il resto è una donna remissiva, subisce tutti a partire da Rosanna, è ingenua, influenzabile. Insieme ai suoi ospiti finalmente ride, si diverte, accetta le avances di Arturo . Insiste affinché restino ancora, perché "ha diritto ogni tanto ad un po' di distrazione".

Straordinariamente brava la De Cicco, brillante anche Gino Curcione nei panni dei genitori di Adriana (un padre remissivo e una madre opprimente). Un testo ricco di emozioni forti, sentimenti contrastanti, tradimenti e promiscuità, violenza tipica delle metropoli moderne, colpi di scena, straziante alienazione, risate anche nel dramma e con un finale catartico. Colpisce e sorprende ancora oggi la bravura di Ruccello nel rilevare i risvolti più cupi dei rapporti interpersonali, le brutture del progresso, la violenza domestica, la frustrazione del quotidiano e la complessità dell'animo femminile. Applausi scroscianti in sala, dove alla prima del Bellini c'è anche la madre dell'autore, la signora Giuseppina De Nonno Ruccello. A prescindere da questo, Annibale è ancora tra noi con la maestria della sua opera.

Cristiano Esposito
    
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