mercoledì 18 marzo 2015

Il viaggio generazionale di Beppe Severgnini al Diana di Napoli

Il teatro Diana porta a Napoli in data unica l'esordio teatrale di Beppe Severgnini, una delle firme giornalistiche italiane più importanti. Lo spettacolo da lui scritto e diretto, intitolato "La vita è un viaggio", è tratto dal suo libro omonimo del 2014 e da "Italiani di domani", del 2012 (entrambi editi da Rizzoli). La trama racconta l'incontro tra un cinquantenne ed un'attrice teatrale ventottenne, entrambi arrivati ad un bivio della propria vita, bloccati all'aeroporto di Lisbona a causa di uno sciopero. Lui (Beppe Severgnini) sarcastico, pedante e un po' paternalistico sta andando negli Stati Uniti per una conferenza; lei (Marta Isabella Rizi) polemica, sfiduciata e pessimista raggiunge il suo ragazzo in Brasile per rinunciare alla carriera e aprirsi un chiringuito. Inizialmente lei non vuole saperne di attaccare bottone con lui, che continua a sparare domande a raffica e gli sconsiglia di lasciare l'Italia e il teatro. Poi una notte di discussioni costruisce un'amicizia che cambia qualcosa dentro entrambi. E, di conseguenza, nelle loro decisioni. 

Severgnini supera la sua prima prova d'attore con disinvoltura e sorprendente efficacia di tempi ed intonazioni. Fa ricorso ad un gobbo elettronico che consulta con evidenza ogni tanto, ma è pienamente giustificato nel non ritrovarsi una consolidata memoria di teatrante navigato. Superati abbondantemente i cinquant'anni, dice, invece di comprarsi una decappottabile decide di fare appunto l'attore teatrale che incoraggia i giovani sotto il "big blue", il grande aeroplano di carta che domina la scenografia essenziale e che è il simbolo del suo ultimo libro. A loro consiglia vivamente, oltre la resilienza, le quattro "t" di talento, tenacia, tempismo e tolleranza; li stima e tifa per loro anche perché crede che dal loro successo possano guadagnarne anche i meno giovani.  Per questo batte sull'importanza di mescolare generazioni e talenti. Il suo personaggio pensa che alla sua età sia arrivato il momento di cominciare a restituire qualcosa, cita "Napule è" di Pino Daniele e il golfo strizzando l'occhio al pubblico e "Cinquanta sfumature di grigio" (ironizzando). Parla di film, telefilm, libri e musica che possono aiutare a vivere meglio, fa riferimento alla sua esperienza di padre. Il tutto con leggerezza ma anche con profondità.

Il testo, riscritto molte volte dallo stesso Severgnini, viene orchestrato dalla mano di Francesco Brandi in maniera compatta e invisibile, qualità, quest'ultima, tra le più importanti per una regia teatrale. Godibilissime e non convenzionali le musiche chitarra e voce di Elisabetta Spada, alias Kiss & Drive, della quale l'autore racconta: "L’ho conosciuta su un aereo: mi ha dato un cd e sono rimasto folgorato". Ne ha ben donde. Uno spettacolo elementare ma di spessore, ironico, comico, che induce alla riflessione su temi importanti. Un confronto che arricchisce sia i personaggi in scena che genitori e figli in platea.


Cristiano Esposito

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