domenica 7 aprile 2013

Il surreale comico che parla di noi: Antonio Rezza in scena al Bellini di Napoli con "Fratto_X"


L’assurdo che a tratti diventa plausibile, narrato in pieno stile Achille Campanile, attaccando gli stereotipi della comunicazione corrente, con una comicità fisica, esuberante. Il nonsense di Antonio Rezza è qualcosa di speciale, ma diventa unico nell’ambito degli spazi vestiti da Flavia Mastrella. Accanto alla demenza ci vuole la forma che l'accompagni, altrimenti sembrerebbe tutto stupidità , come dice lui stesso in “Fratto_X”. Stoffe color carne a forma di "x" dalle numerose possibilità figurative e una città fatta con stoffa e metallo fanno da habitat delle sue performance. In questo nuovo lavoro Rezza è cresciuto tanto, gira di meno il palco, si mantiene di più al centro,  sembra tirare a tratti il freno a mano della sua esuberanza, trattenendo il corpo e sciogliendo le briglie alla lingua. Dopo il fortunato "7-14-21-28", “Fratto_X” ci domanda tra le righe quando e quanto siamo davvero noi stessi, quanto parliamo con parole nostre e quanto con quelle degli altri, come accade al suo compagno di scena Ivan Bellavista. Genialità in scena che possono essere partorite solo da una follia senza regole, o comunque con regole diverse da quelle convenzionali. Ciò permette di scardinare il conformismo della televisione, dei rapporti di coppia (l'amore è residenza, soltanto i rapporti superficiali non sono dettati dal caso, quelli più profondi sono frutto della casualità) e del teatro stesso. Gli oggetti e i personaggi in scena attorno a Rezza sono telecomandati, robot manipolati come il potere costituito vorrebbe fare con tutti noi. Rita e Rocco in taxi si imitano l’un l’altro così come tendono a fare in molti oggi nella realtà, in una spersonalizzazione dominante. Summa delle capacità dell'attore di origini piemontesi il numero finale in cui, con uno specchio riflettente la luce dei proiettori su alcuni spettatori a turno, racconta una folle storia dall'esito esilarante. L’incognita dell’equazione “Fratto_X” forse è proprio la nostra identità perduta. Capiamo che qualcosa non va ma non riusciamo a sottrarci alla manipolazione, alla tirannia del potere. E continuiamo a giacere sotto un fratto che ci uccide per eccessiva semplificazione. 

Questo e molto altro è Antonio Rezza. Uno che esce di scena per qualche minuto e fa continuare lo spettacolo, tra le risate inspiegate e inspiegabili della platea, anche senza di lui e senza nient’altro. Da oltre vent'anni con Flavia Mastrella si diletta ad uccidere senza alcuna pietà il senso comune, raccogliendo il consenso di un pubblico molto eterogeneo. Senza pretesa di risolvere i problemi, casomai riuscendo a causarne di nuovi. Difficile spiegare i suoi spettacoli, molto più facile assistervi e divertirsi con spensieratezza. Ma... “esiste ancora la spensieratezza?”. Oppure ci è stata "stroncata alla nascita"? Venite a teatro e capirete, forse.


Cristiano Esposito

                                                    
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