giovedì 8 novembre 2012

I progetti per il passato di Gino Rivieccio al Diana di Napoli



Ogni spettacolo teatrale di Gino Rivieccio è garanzia di qualità, risate intelligenti, satira sociale e grande rispetto per il pubblico. Non fa eccezione “Faccio progetti per il passato”, scritto con il fedelissimo Gustavo Verde e con Gianni Puca, in scena in questi giorni al teatro Diana di Napoli dopo il buon successo di pubblico riscosso al Delle Palme. Uno sguardo malinconico a quel passato che per molti versi, nel campo dello spettacolo come in quello della vita quotidiana, era più semplice, genuino e intriso di valori importanti.

Siamo nel bar di un albergo, dove l’attore Gino Ghiaccio (nome che è un omaggio a Lucio Dalla, che sbagliando chiamava così Rivieccio nel lontano 1973) deve incontrare il signor Bonera, importante uomo d’affari che ha alterato i suoi equilibri familiari. Nell’attesa Ghiaccio si intrattiene con i dipendenti del locale e alcuni ospiti dell’hotel. In un’atmosfera blues scandita dalle note musicali di un abile pianista e di una splendida violinista, Gino ha modo di confrontarsi con esilarante e garbata ironia, con i bizzarri personaggi che popolano la scena ed il pubblico, occasionale avventore del bar.  In questo microcosmo notturno,  sorprenderà gli astanti con divertenti riflessioni che spaziano dalla vita frenetica e tecnologica che viviamo, al nostalgico ricordo di un passato più ingenuo ma anche più romantico. Tra sketches e personaggi vecchi e nuovi (non può mancare il tassista) il pubblico si diverte e riflette, rispecchiandosi automaticamente nel protagonista della vicenda. “Se avessi una bacchetta magica, ve lo giuro, farei progetti per il passato, per ritornare a quando tenevamo poco e ci bastava. Ora abbiamo tutto e pare che nun tenimme niente. Eravamo felici con poco, con quei sogni e quei desideri semplici nel cassetto.  Mo’ i sogni non vanno più dentro ai cassetti: finiscono direttamente sul soppalco!”. Questo il pensiero di Gino Ghiaccio, che a giudicare dagli applausi rispecchia quello di molti presenti in sala. I disagi e le inquietudini di questo presente precario rendono nebuloso il futuro e ci fanno sorgere il dubbio che forse per venirne a capo occorra ispirarsi un po’ più al passato. Con leggerezza e acuta ironia Rivieccio ci invita insomma a restituire un ruolo importante ai rapporti umani e a correre meno di quanto quest’epoca ci spinge a fare. Messaggio importante che aiuta la gente a raggiungere una consapevolezza divertendosi, a capire ridendo.
 
La bravura del mattatore Rivieccio si esplica in tutte le sue possibili facce, dalla verve comica alle imitazioni, dal canto al ballo. E viene corroborata da una nostalgia per il passato che non risulta mai retorica o patetica. Sul palco con lui Mario Messina (al pianoforte), Nancy Squitieri (al violino), Ada De Rosa, Diego Sommaripa e Rosario Minervini. Le musiche sono di Walter Esposito, le scene del neopapà Roberto Crea (auguri!), i costumi di Sandra Banco e il disegno luci di Mario Esposito. Da non perdere.

Cristiano Esposito

 
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